FUORI POSTE ITALIANE e CDP DALLA FONDAZIONE MED-OR di LEONARDO
Non possiamo accettare la complicità
con chi produce ARMI e contribuisce al GENOCIDIO.
Nel gennaio 2025, Poste Italiane è entrata come socio ordinario nella Fondazione Med-Or, insieme ad altri colossi a partecipazione statale come Cassa Depositi e Prestiti che ne è socio aderente.
Questo passaggio segna, a prima vista, un impegno verso la diplomazia culturale e la cooperazione internazionale. Ma dietro le parole d’ordine come “dialogo”, “formazione” e “ricerca”, si cela una rete di interessi che affondano le radici nella geopolitica della guerra e dell’industria bellica.
La Fondazione Med-Or è stata istituita da Leonardo S.p.A., principale azienda italiana della difesa, che intrattiene consolidati rapporti con Israele: fornisce sistemi radar, cannoni navali e componenti tecnologici utilizzati nei territori occupati e, più recentemente, nei bombardamenti sulla Striscia di Gaza e nei raid sulla popolazione palestinese.
Leonardo è inoltre presente in Israele attraverso joint venture e investimenti in startup legate alla sicurezza e alla sorveglianza che contribuiscono a mantenere un’intera popolazione sotto occupazione.
La Fondazione, in questo contesto, fa un lavoro sporco e silenzioso: rende normale tutto questo. Lo fa con eventi accademici, convegni, progetti culturali, borse di studio. Così l’occupazione si trasforma in “dialogo”, la guerra diventa “sicurezza”, l’apartheid si mimetizza tra le parole “cooperazione” e “innovazione”.
È questo il meccanismo della normalizzazione: creare una narrazione dove non esistono più oppressori e oppressi, ma solo Stati che dialogano civilmente mentre è evidentemente in atto un genocidio.
La partecipazione di Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti a questa fondazione, per quanto indiretta, non è neutra. È un atto politico. Significa contribuire a rafforzare un'infrastruttura diplomatica e culturale funzionale agli interessi dell’industria bellica italiana, sporcandosi le mani. Non importa se non vende direttamente armi: legittima chi lo fa. Fornisce sostegno, credibilità, e soprattutto copertura culturale a un sistema di guerra.
Nel contesto del massacro in corso in Palestina, sostenere o anche solo legittimare collaborazioni con istituti militari israeliani, come ha fatto Med-Or con l’INSS di Tel Aviv, significa accettare l’idea che l’occupazione, l’apartheid e i bombardamenti indiscriminati siano normalizzabili attraverso il dialogo accademico o culturale.
Non ci sono scuse. Non si può sostenere un progetto che lavora con istituti israeliani mentre a Gaza si muore, e poi parlare di responsabilità sociale d’impresa. Non si può far parte di una fondazione pensata da un’industria bellica, attiva nei territori occupati, e fingersi estranei.
Chiedere che Poste e CDP si ritirino subito da Med-Or è una rivendicazione necessaria affinché né i Lavoratori né gli utenti partecipino, per giunta inconsapevolmente, al massacro nelle terre di Palestina.
Giù la maschera, CHE POSTE LASCI la fondazione Med-Or.
"I tempi sono sempre maturi per togliere l'ingiustizia quando questa esiste".
NOI NON SIAMO COMPLICI.