IL POSTACCIO
RETE CORRIERE
meno lavoro per tutti, tranne che per noi.
Mentre in tutta Europa si discute di riduzione dell’orario di lavoro, Poste e i sindacati firmatutto hanno avviato l’ennesima riorganizzazione del recapito, aumentando l’orario settimanale a 39 ore per chi entrerà in Rete Corriere.
Il prezzo?
3300 posti di lavoro tagliati.
85 centri di distribuzione chiusi.
Turni di 7,48 ore su 5 gg e di 6,30 ore su 6 gg.
Massima flessibilità in termini di sostituzione personale assente e cambiamento turni in base a commesse e business.
Carichi di lavoro con percorrenze medie di 60/75 Km a linea (zona) con punte fino a 100 a km.
Orari che prendono l’intero arco della giornata 11,30 19,18 ed anche il sabato dalle 10,30 fino alle 17,00 (sostituzioni assenti a parte).
Smantellamento del servizio pubblico a vantaggio del profitto privato.
La separazione tra pacchi e posta apre la strada alla dismissione del servizio universale, già a rischio per la scadenza del 2026. Manager e azionisti si arricchiscono, i lavoratori vengono sfruttati e deportati fino a 100 km di distanza dalle proprie sedi (vedi inidonei).
A questi attacchi non possiamo che rispondere con la lotta rifiutando di accettare passivamente il massacro occupazionale.