Durante l'ultima indizione, abbiamo già proceduto alla normalizzazione dello sciopero in ambito sportelleria. Tale operazione è stata svolta chiarendo la nostra posizione a Poste Italiane.
Pertanto, lo sciopero è da intendersi nella modalità attuata fino a oggi.
Nello specifico, l’interruzione del servizio al pubblico deve avvenire agli orari indicati: 13:35, 19:05 e 12:35 il sabato; per gli "UP base" 13:45 e 12:45 il sabato.
Questo consente lo svolgimento delle attività di chiusura nei 35 minuti residui, garantendo la conclusione della prestazione lavorativa in coincidenza con l’orario regolare di servizio, senza sforamenti.
L'ipotesi alternativa, aperta dalla Commissione di Garanzia, prevede che gli sportellisti lavorino fino all’orario di fine turno, senza neanche eseguire l’invio cassa che abbandonino i luoghi di lavoro senza effettuare la chiusura dei terminali e senza completare le operazioni di retrosportello.
Tale ipotesi sarebbe anche quella che maggiormente metterebbe in difficoltà l'azienda che si troverebbe costretta ad elaborare una strategia di emergenza per la chiusura contabile elettronica degli uffici.
Pertanto, con l'apporto dei nostri legali, abbiamo espressamente chiesto a Poste, che qualora intendesse interpretare appieno le indicazioni della Commissione, di formulare e comunicare specifiche procedure per la chiusura contabile degli uffici ai DUP e/o collaboratori.
Di conseguenza in assenza di una formulazione esplicita deve considerarsi valida l’astensione dal lavoro al pubblico e devono ritenersi necessarie, inderogabili e funzionali all’esercizio del diritto di sciopero, tutte le attività di chiusura delle postazioni e di retrosportello.
Poste non solo non ha dato indicazioni in merito interdicendo le intenzioni e la prassi dell'interruzione delle attività in coincidenza con la chiusura al pubblico dell'ufficio, ma in molte aree continua ad inviare, affinché venga affisso, l'avviso al pubblico della possibilità di sciopero e dei conseguenti disservizi.
Questo costituisce la prova documentale che l'azienda non nega tale pratica, avvalorando di fatto le modalità operative finora adottate.