Sia al recapito che alla sportelleria poste procede da anni al taglio sistematico del personale necessario all’aumento dei ricavi per manager ed azionisti con conseguente aumento dei carichi di lavoro, delle responsabilità, delle pressioni da parte di ram e filiali, dei rischi legati alla salute e sicurezza.
L’aumento vertiginoso della “flessibilità operativa” è diventato costante quotidiana: richieste di straordinari, prestazioni aggiuntive, smaltimento code, distacchi, trasferimenti coatti, uso spropositato di ctd (lavoratori usa e getta), di part time, di clausole elastiche, sperimentazioni di orari, continui cambi turno.
La coperta è cortissima e va spostata di qua e di là in base alle sole esigenze della azienda che non tiene conto minimamente dei bisogni di chi lavora. Considerati come pedine da gestire in funzione dell’interesse finanziario di una molteplicità di soggetti dalle tasche strapiene, per noi Lavoratrici e Lavoratori i salari vengono mantenuti stabili, ai limiti della sussistenza. Unica costante in una azienda ed una economia mutevoli.
Tra inflazione, carovita, speculazione energetica, sfruttamento dei territori, crisi climatica, guerre tra oligarchie, industria bellica, governi espressione degli interessi di confindustria, non ci resta che l’agitazione.
Non ci resta che convergere con altre realtà in conflitto ed insorgere uniti per creare terreni di lotta collettivi.
Per questo, per altro, per tutto siamo stati in manifestazione come postali a Bologna e saremo a Napoli il 5 novembre, alle 14:00 in Piazza Garibaldi , tappe di costruzione per lo Sciopero Generale del 2 dicembre.