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l'estate addosso

 

Con questo caldo Poste "dà i numeri"

Mentre i bollettini sulle ondate di calore del Ministero della Salute impennano di bollini rossi che evidenziano condizioni ad elevato rischio, Poste finge di ignorare che molti dei suoi dipendenti sono per strada direttamente esposti al caldo e molti altri in uffici surriscaldati da apparecchiature elettroniche e dal sovraffollamento.

Seguono a ruota i sindacati concertativi che sulla delicatissima questione fingono, per buttare il solito fumo negli occhi a lavoratrici e lavoratori, di chiedere un "tavolo di trattativa sulla salute e sicurezza con l'azienda per affrontare questa ennesima emergenza". 

Il tutto viene chiaramente "discusso" nella condizione opposta a quella dei dipendenti in prima linea: comodamente seduti, fra caffè e bibite fresche, nelle stanze con tanto di aria condizionata. Ecco come affrontano il problema questi signori. 

L'Azienda che dal canto suo non intende minimamente rinunciare alle logiche del profitto, sovraccaricando i lavoratori in circostanze di carenza strutturale diffusa in tutto il territorio nazionale, data l'ulteriore tranche di pensionamenti non sostituiti sufficientemente neanche da contratti a tempo determinato per coprire almeno le ferie estive. Poste, come sempre, preferisce puntare sulla flessibilità dei presenti intensificandone la prestazione.

Quindi, in questo infernale scenario estivo, tra la propaganda d’azienda che ci sbatte in faccia colleghi che consegnano posta sotto gli ombrelloni, siamo Noi quelli che corrono sotto il sole col casco in testa e quelli chiusi in uffici bunker talvolta in assenza di impianti di raffreddamento o di areazione.

E Noi siamo gli unici che possiamo agire per preservare la nostra sicurezza perché soprattutto la salute, quella di chi porta concretamente avanti la baracca, non può essere delegata ad altri. In nessun modo e per nessun motivo a quelli che siedono ai tavoli.

Se questi non modificano gli orari per evitarci di lavorare nelle ore più calde, se non lo fanno garantendoci delle pause, se continuano a fare pressioni per le consegne, se non ci forniscono dispositivi di protezione e indumenti adeguati, se non ci danno neanche una bottiglietta d’acqua, se negli uffici non installano o adeguano impianti di climatizzazione ed areazione, se ci costringono al lavoro superati i 35 gradi nonostante le indicazioni contrarie contemplate nelle linee guida di inps ed inail,

allora siamo Noi che dobbiamo autotutelarci riducendo i ritmi e i carichi di lavoro, prendendoci delle pause, soffermandoci a bere, stazionando al fresco e riportare indietro a fine turno la posta non consegnata.

Il caldo continua e non arretra fra uno o due giorni, non aspetta le chiacchiere e le trattative di facciata.

L'estate ci sta addosso e non possiamo più aspettare

Bisogna autotutelarsi: SUBITO.

 

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Informazioni

Cobas poste è un organismo sindacale di base composto esclusivamente da Lavoratrici e Lavoratori che attraverso l'autorganizzazione mettono in atto la contrarietà alle politiche aziendali tese all'esclusivo profitto per manager ed azionisti. Rivendicando il servizio offerto come bene necessario per la collettività esercitano una molteplicità di azioni ad autosalvaguardia dell'operato e della integrità di chi lavora ogni giorno.  

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