Col passare del tempo, i danni prodotti da Poste italiane spa con le continue riorganizzazioni sono
sempre più evidenti ed a subirne le conseguenze non potevano che essere, in primo luogo, i lavoratori.
Il malcontento generale espresso dalla stragrande maggioranza degli utenti a causa di un servizio
scadente sempre meno pubblico ed efficiente, ad esclusivo vantaggio di un team composto da soli
sciacalli, dimostra il totale fallimento delle strategie aziendali. Anche sistematicamente avallate dal
sindacalismo adeguato al sistema.
In controtendenza noi, insieme ad altre organizzazioni di base, riteniamo importante nonché
irrinunciabile adoperare uno strumento di lotta immediata che dia a tutti i lavoratori la concreta
possibilità di poter respingere al mittente per l'intero periodo ogni richiesta di straordinario e
prestazione aggiuntiva.
Cioè: sfruttamento pieno.
Sinteticamente, elenchiamo le questioni centrali dalle quali scaturisce questa ulteriore azione
conflittuale:
● Esigiamo il ripristino della consegna della corrispondenza su cinque giorni contro la scellerata
riorganizzazione ‘a giorni alterni’ che ha generato il collasso del recapito e il peggioramento delle
condizioni degli operatori costretti a fronteggiare oltre alla sproporzionata mole di lavoro anche le
continue pressioni fonti di stress e che attentano alla sicurezza psichica e fisica.
● Lottiamo per la ripubblicizzazione di poste contro i processi di privatizzazione e l’affossamento del
servizio pubblico postale che favorisce solo prodotti e settori ad alta remuneratività e che crea una
evidente discrimine tra cittadini di serie a e di serie b, cittadini urbanizzati e periferici, ricchi e poveri.
● Consideriamo necessario il ripristino dell’organico alla sportelleria contro l’aumento dei carichi e il
relativo stress che questo genera assieme alle pressioni commerciali sempre più incalzanti.
● Sosteniamo la stabilizzazione di tutti i precari contro l’aumento a dismisura del lavoro a tempo
determinato e part-time, del lavoro straordinario e della flessibilità totale del lavoratore. Tutte politiche
funzionali alla riduzione dell’organico.
● Vogliamo un turnover che pareggi le uscite contro l’ulteriore taglio occupazionale che prevede
ventimila uscite a fronte di un migliaio di nuove assunzioni. Il tutto malcelato da accordi che portano il
nome di politiche ‘attive’ del lavoro ma che in realtà sanciscono, a firma aziendal-sindacale, una
sottrazione elevata di organico e che tirano dritto all’obiettivo espresso dall’a.d. di 70.000 esodi nei
prossimi dieci anni.
dal 6 SETTEMBRE al 6 OTTOBRE
(per la Città di Taranto lo sciopero inizia il 10 settembre)
SCIOPERO dellePRESTAZIONI AGGIUNTIVE eSTRAORDINARIE
una maniera per combattere le pressioni, negare l'asservimento
e costringere l'azienda a fare interventi occupazionali.
ADERIAMO IN MASSA
Calendario scioperi: